Calcio

Juventus e Milan sconfitte

Martedi di Champions da non ricordare per le due italiane scese in campo ieri sera. Sconfitta per 2-0 per entrambe ma con sapori e sensazioni diverse.

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Sono sconfitte che hanno un sapore agro/dolce quelle arrivate ieri nel martedi di Champions League.

Il sapore agro è quella della Juventus, sconfitta in Israele nettamente con l’ennesima prova opaca, priva di voglia e determinazione.

Nel primo tempo i bianconeri scendono in campo svogliati e senza idee, mai in partita.

A fine gara Agnelli dichiara:

“Dobbiamo vergognarci, ma Allegri resta”

Sembra una strada senza uscita quella della Juve, sempre in difficoltà e mai con un’idea chiara.

Oltre il danno la beffa, dopo soli 24 min Di Maria esce per infortunio e quella che sembra essere l’unica luce in rosa si spegne inesorabilmente.

Adesso per qualificarsi serve un miracolo, bisognerà battere Benfica e Psg e sperare che a loro volta non battano il Maccabi (praticamente impossibile).

La Champions League quindi ormai è un miraggio e adesso resta solo il campionato, ma con i ritmi attuali delle altre sarà difficile anche raggiungere l’obiettivo minimo che è il quarto posto.

I social incombono con #allegriout, ma il tecnico è stato chiaro:

“Mai pensato alle dimissioni. In ritiro fino al derby”

Sportmediaset scrive che la sconfitta contro il Maccabi segna il punto più basso della gestione Agnelli.

CLASSIFICA GIRONI

Di sapore dolce è invece la sconfitta del Milan, che perde ancora contro il Chelsea ma obiettivamente in modo nettamente diverso dalla gara dell’andata.

La gara dei rossoneri infatti è condizionata da una decisione troppo frettolosa sia di Tomori (errato il posizionamente difensivo che permette imbicata di Mount) che soprattutto dell’arbitro Siebert che fischia un rigore (con espulsione automatica) che solo lui vede.

Gazzetta.it analizza così l’accaduto:

Una mano appoggiata (appoggiata) sulla spalla. Poi anche l’altra sì: ma interventi lievi, non inibenti, perché le trattenute da rigore sono ben altre. Quel che capita al 20’ pt fra Tomori e Mount non ha i crismi dell’impedimento travolgente: a tal punto che il giocatore del Chelsea, già libero da contatti, fa due passi e conclude la giocata. Morale: se ci fosse stato un rigore chiaro, si sarebbe configurata la chiara occasione da gol, ma il rigore non si vede.

Aldilà dell’episodio (che ovviamente indirizza totalmente la gara) la squadra di Pioli non si disunisce e arriva più volte davanti alla porta di Kepa.

I rossoneri sono vivi, arrabbiati e vogliosi di dimostrare che questa qualificazione la meritano, questo è lo spirito che emerge nelle interviste post-gara.

Pioli:

“Tutto ancora è aperto, dobbiamo crederci. Andare a Zagabria a giocare il nostro calcio e, se saremo bravi a vincere lì, poi giocheremo qui col Salisburgo

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